TERAMO – Dinanzi al tribunale di Teramo si sta difendendo dall’accusa dell’omicidio colposo del 24enne romeno, raggiunto dal colpo di pistola che gli esplose contro mentre fuggiva dopo una notte di furti, a Castelnuovo, nel novembre 2012; a Foggia si difenderà da quelle di corruzione, peculato, falso, intercettazioni abusive e accesso abusivo ai database del ministero. Protagonista di una nuova vicenda giudiziaria, dopo quella teramana in cui ci scappò il morto, è l’assistente capo della Polizia di Stato, Alfredo De Concilio, 38 anni, fino al 2012 in servizio alle volanti della questura teramana. E’ di ieri la notizia del suo arresto da parte degli agenti della squadra mobile di Foggia: De Concilio – attualmente in servizio al reparto mobile di Napoli -, è finito in cella assieme a due altri colleghi (e un quarto uomo, una guardia giurata, è ancora ricercata) per aver gestito un’attività parallela a quella della polizia, lavorando ad almeno quattro casi di infedeltà coniugale, con tecniche e strumenti investigativi propri della polizia. Insomma, detective all’americana maniera, utilizzando gli strumenti in dotazione alla Polizia, in alcuni casi anche le intercettazioni telefoniche. Ma avrebbero anche tracciato i conti correnti postali, ‘succhiato’ informazioni utili per procacciare nuovi clienti, insomma qualcosa di ben oltre il tentativo di arrotondare lo stipendio pubblico di poliziotti. Come ha spiegato il capo della mobile di Foggia, Roberto Pititto, il primo episodio risalirebbe al 2012, gli altri tutti nel 2014, tutti per vicende di infedeltà coniugale, dietro un pagamento di 300 euro (soltanto per il primo non è stato riscontrato versamento di denaro). Utilizzavano rudimentali microspie con cui controllavano le utenze telefoniche dei coniugi su cui indagare, ne seguivano gli spostamenti attraverso le tracce lasciate dal cellulare o delle carte ricaricabili, consultavano il database informatico del ministero. In carcere con l’assistente ex questura di Teramo anche l’assistente capo 45enne Angelo Savino (già sospeso per pregresse vicende giudiziarie), in servizio presso il commissariato di Manfredonia; Paolo Ciccorelli, in forza alla sezione di Foggia della Polizia postale, ritenuto l’informatico del gruppo, è invece ai domiciliari.
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